domenica 5 ottobre 2014

A CHE PUNTO E' LA STORIA BREVE IN ITALIA?

A cura di Mauro Banfi

Una delle più appaganti rivelazioni di quest’estate imprevedibile e uggiosa è stata per me la scoperta in edicola dell’ultimo numero di luglio/agosto di Wired, il n.64 per la precisione.
Finalmente, mi sono detto, una raccolta di dodici storie di grande qualità, dodici fanta racconti scritti da dodici autori straordinari.
C’è George R.R. Martin, l’autore de Il Trono di Spade.
Ci sono i nostri Valerio Evangelisti e Licia Troisi e tutti gli altri bravissimi e ispiratissimi autori di questa fantastica e rivoluzionaria iniziativa.
Finalmente, qualcuno fa qualcosa di concreto per la nobile arte della storia breve e cerca di portarla all’uomo della strada italiota, come si fa da decenni in U.S.A, Inghilterra, Germania e Francia.
Finalmente degli editori che non dipendono più dai pregiudizi commerciali di meschini e ottusi mercanti - vere mezze tacche -  e dall’atavica arretratezza culturale italica e ci propongono quella suprema capacità che c’introduce a un vortice d' inventiva estrema, profonda; a una sorta di caleidoscopio di immagini, di fantasie, di riferimenti inattuali, di originalissime intuizioni; insomma a quella magia che solo una raccolta di racconti può darci e a cui la struttura unitaria del romanzo non riuscirebbe mai ad attingere.
Certo, con tutto il rispetto per la dimensione portante e pregnante del romanzo, anche se nelle scuole e nelle accademie italiote ce l’avete fatta odiare, ministri fanatici del culto tirannico dei “Promessi Sposi”.
Ce l'avete fatto proprio a fette con le vostre ermeneutiche ideologiche, barbogi professori tediosi.
Questi racconti ci danno finalmente un piacere della morfologia e della grafica, sapientemente orchestrata dall’ottimo editor Sergio “Alan” “D. Altieri, grande regista di queste visioni cartacee.
Possente è anche la cornice decameroniana che tematizza la gustosa varietà di storie brevi.
“Future Shock”, lo Shock del futuro.
Con la globalizzazione il futuro è diventato il presente, e già.
Sono tempi di straordinarie opportunità ma anche di tensioni forti e contraddizioni esplosive.
E soprattutto di accelerazioni coatte, di scatti imposti a tutti noi dalla tecnologia imperante.
Si può tornare indietro? O per far stare in piedi la bicicletta della mente contemporanea bisogna pedalare in avanti, con giudizio?
Ognuno di voi risponda come meglio crede. Per quanto mi riguarda, concordo con l’editorialista di Wired Massimo Russo, che così scrive nel suo articolo di fondo al grande numero speciale:
“Spetta a noi decidere da che parte vogliamo stare: difendere a oltranza il passato o vivere il presente, cogliere opportunità e rischi, consapevoli che se non si va, non si vede.”
Sì, se non si va, non si vede. Giustissimo Massimo.
Ragazze e ragazzi, io provo ad andare avanti a vedere se in Italia si riesce a introdurre la passione per le storie brevi, e voi?



Mauro Banfi (2014)

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti offensivi, volgari o inappropriati verranno rimossi.