Beh!… Qui potete dire la vostra. C’è spazio per lo
sproloquio, le panzane e ogni follia che vi passa per la testa (sempre nei
limiti del buon gusto, ovviamente).
Da quali segni vedo oggi scatenarsi la crisi irreversibile della parola scritta? Si potrebbe parlare della mole quasi incalcolabile dell’invenduto di noti autori di bestsellers o dell’enorme reso librario o della drastica riduzione degli anticipi concessi agli scrittori; delle zuffe da pollaio nei social forum e nei litblogs letterari o dell’intelligenza umana ridotta a quattordici caratteri. Due sono i fenomeni che voglio citare, per motivi di umorismo più che di seria ermeneutica: il successo irresistibile dei libri di Fabio Volo e “Masterpiece”, il reality degli scrittori, osceno talent show per aspiranti scrittori.
Tutto si è ormai satanicamente capovolto rispetto ai Greci: ora è la stessa vita a non aver più importanza rispetto alla finzione pseudoartistica. Lo scrittore (o l’artista, chiamiamolo così per pietà) si trasforma in un attore, e la sua principale preoccupazione è mettere in scena la propria vita come impostura e illusione, con l’alibi e il pretesto di raccontarla agli altri. Gli antichi oratori greci e latini scrivevano e poi imparavano a memoria per suscitare energia in un pubblico vivente, che doveva subire una forte impressione dalle loro parole pronunciate ad alta voce. Oggigiorno si scrive per mettere a nudo la propria vita senza pudore, esibendo il proprio dolore per narcotizzare un pubblico di morti viventi, che ha bisogno di sangue e cadaveri per i tasti del proprio telecomando. Come si può evitare di diventare dei commedianti come Volo o gli altri guitti dello scribacchiare enigmistico dei reality?
Bella, Mosko! Sei entrato con lo spirito giusto. Accomodati pure e, tra uno dei miei cocktail virtuali e l'altro, anima il luogo con tutte le polemiche o considerazioni che vuoi! Sarai sempre il benvenuto, finché non deciderò di bannarti. Dicevi: "narcotizzare un pubblico di morti viventi, che ha bisogno di sangue e cadaveri..." Già! Ecco!... Forse, è proprio questo il problema; nella sadica consolazione che molti traggono nell' assistere a drammi o difficoltà superiore alle proprie. Anche come capacità di scrittura. Per questo mi metterò presto a leggere i libri di Fabio Volo.
Ahahahhahaha! come cantava quel tale, credo che ci voglia il Pulp e anche un Bar (era così?), e almeno qua mi sento a casa. Se il mio amico Cavaglian mi banna, perlomeno lo fa uno di talento e ci godo. Ho portato Bonarda, Buttafuoco e Sangue di Giuda dell'Oltrepò pavese, chi viene a brindare alla mia liberazione dalla Cina?
Da quali segni vedo oggi scatenarsi la crisi irreversibile della parola scritta?
RispondiEliminaSi potrebbe parlare della mole quasi incalcolabile dell’invenduto di noti autori di bestsellers o dell’enorme reso librario o della drastica riduzione degli anticipi concessi agli scrittori; delle zuffe da pollaio nei social forum e nei litblogs letterari o dell’intelligenza umana ridotta a quattordici caratteri.
Due sono i fenomeni che voglio citare, per motivi di umorismo più che di seria ermeneutica: il successo irresistibile dei libri di Fabio Volo e “Masterpiece”, il reality degli scrittori, osceno talent show per aspiranti scrittori.
Tutto si è ormai satanicamente capovolto rispetto ai Greci: ora è la stessa vita a non aver più importanza rispetto alla finzione pseudoartistica.
Lo scrittore (o l’artista, chiamiamolo così per pietà) si trasforma in un attore, e la sua principale preoccupazione è mettere in scena la propria vita come impostura e illusione, con l’alibi e il pretesto di raccontarla agli altri.
Gli antichi oratori greci e latini scrivevano e poi imparavano a memoria per suscitare energia in un pubblico vivente, che doveva subire una forte impressione dalle loro parole pronunciate ad alta voce.
Oggigiorno si scrive per mettere a nudo la propria vita senza pudore, esibendo il proprio dolore per narcotizzare un pubblico di morti viventi, che ha bisogno di sangue e cadaveri per i tasti del proprio telecomando. Come si può evitare di diventare dei commedianti come Volo o gli altri guitti dello scribacchiare enigmistico dei reality?
Bella, Mosko! Sei entrato con lo spirito giusto. Accomodati pure e, tra uno dei miei cocktail virtuali e l'altro, anima il luogo con tutte le polemiche o considerazioni che vuoi! Sarai sempre il benvenuto, finché non deciderò di bannarti.
RispondiEliminaDicevi: "narcotizzare un pubblico di morti viventi, che ha bisogno di sangue e cadaveri..." Già! Ecco!... Forse, è proprio questo il problema; nella sadica consolazione che molti traggono nell' assistere a drammi o difficoltà superiore alle proprie. Anche come capacità di scrittura. Per questo mi metterò presto a leggere i libri di Fabio Volo.
Ahahahhahaha! come cantava quel tale, credo che ci voglia il Pulp e anche un Bar (era così?), e almeno qua mi sento a casa. Se il mio amico Cavaglian mi banna, perlomeno lo fa uno di talento e ci godo.
RispondiEliminaHo portato Bonarda, Buttafuoco e Sangue di Giuda dell'Oltrepò pavese, chi viene a brindare alla mia liberazione dalla Cina?